Le posture incongrue ed il rischio disergonomico al lavoro.
Importante riconoscere le posture incongrue e quindi il rischio disergonomico in azienda.
Le posture incongrue caratterizzano il rischio disergonomico per alcune attività lavorative; pertanto è utile conoscerle per prevenire disturbi muscolo scheletrici.
Il testo unico sicurezza sul lavoro non tratta esplicitamente e puntualmente il rischio disergonomico dovuto a posizioni incongrue fisse in un titolo dedicato specificatamente dal Decreto Legge 81/08.
Anche se, all art 15 comma 1 lettera d il testo unico salute e sicurezza recita :
- il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione delle attività lavorative,
- nella concezione dei posti di lavoro,
- nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione,
- in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute delle lavorazioni monotone ripetitive.
Quindi le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro esortano :
- l’ Rspp,
- il DL,
- il Medico Competente,
- l’Rls,
- i dirigenti sicurezza,
a valutare correttamente il rischio disergonomico da posture incongrue all interno del DVR.
Solo recentemente è stata introdotta una specifica norma Iso 11226.
Questa norma detta le regole per la valutazione delle posture incongrue statiche.
Come possiamo definire una postura incongrua che ci espone ad un rischio disergonomico ?
Il corpo umano , con riferimento al rischio disergonomico, è costituito da :
- muscoli,
- nervi ,
- apparato circolatorio ,
- tendini ,
- legamenti,
- articolazioni.
Tutte le volte che assumiamo posture incongrue per più di 4 secondi e ripetutamente per tutta la giornata lavorativa mettiamo a dura prova lo stato di equilibrio delle nostre articolazioni.
Il rischio disergonomico prende quindi in esame :
- le posture statiche mantenute per più di 4 secondi nell arco della giornata.
Spesso infatti le posture incongrue si riflettono negativamente, soprattutto con l avanzare dell età, sulla nostra sensazione di benessere musco scheletrico e quindi sulla ns salute.
I sintomi più comuni che avvertiamo in presenza di posture incongrue sono spesso :
- Affaticamento,
- indolenzimento degli arti ,
- dolore
Lavorare in queste condizione ,oltre a danneggiare il nostro corpo, può provocare un abbassamento della soglia di attenzione.
Tutto ciò rende quindi l attività di fatto pericolosa per se stessi e le altre persone.
Invece assumere una buona postura, cosiddetta neutra, ci permette di avere una più omogenea sollecitazione dei nostri apparati muscolo scheletrici e di locomozione.
Il risultato è un conseguente senso complessivo di benessere.
Quali sono le parti del corpo interessate e da tenere in considerazione?
Le parti del ns corpo che possono assumere posture incongrue durante la giornata lavorativa sono :
- Gli arti superiori (braccio -mano -spalle).
- Gli arti inferiori ( piede- ginocchio -gambe).
- Il capo.
- La colonna vertebrale.
Quando è necessario ,più volte nella giornata lavorativa , uno sforzo muscolare per muovere una articolazione dalla sua zona naturale o di riposo , richiediamo sempre al nostro corpo di modificare il proprio assetto di quiete producendo un disequilibrio.
Con tutte le conseguenze del caso!.
E quindi necessario valutare le attività lavorative per giungere ad una corretta valutazione del rischio.
Sono considerati anche se eventuali rischi residui possano compromettere la salute e sicurezza del lavoratore.
La valutazione sarà effettuata in collaborazione con le figure della sicurezza precedentemente indicate.
Chiaro è che il coinvolgimento del medico competente aziendale è essenziale.
In questo modo potremo analizzare correttamente il rischio.
Implementando le corrette procedure di prevenzione e protezione tese al monitoraggio della salute e sicurezza del lavoratore saremo in grado di raggiungere l obbiettivo del benessere.
Quali sono le attività da monitorare in azienda per evitare il rischio disergonomico da posture incongrue?
In ogni azienda esistono diverse attività lavorative che devono essere prese in considerazione.
Le attività che espongono il lavoratore a posture incongrue protratte nel tempo riguardano principalmente :
- L utilizzo dei video terminali (VDT)
- lo stazionamento prolungato in piedi e/o da seduti
- la movimentazione manuale dei carichi
- Lavorazioni in catena di montaggio
- le lavorazioni in spazi confinati
- ecc
Le categorie lavorative più a rischio dal punto di vista delle posizioni incongrue possono quindi includere :
- Baristi
- Commessi
- Farmacisti
- Mulettisti
- impiegati al video terminale
- cassieri
- meccanici
- pasticceri
- operai edili
- operai industria
- cuochi
- addetti alle pulizie
- ecc…….
Cosa indicano gli studi dal punto di vista delle tempistiche considerate a rischio per l assunzione di posture incongrue?
Gli studi iniziali sul rischio disergonomico, portati a termine dal punto di vista epidemiologico ,risalgono a più di una ventina di anni fa.
Come già detto hanno contribuito ad armonizzare uno standard comune attraverso la pubblicazione della UNI-EN-ISO 11226- 2019.
Gli studiosi hanno analizzato le posture incongrue statiche (Miedema M.C., Douwes M., Dul J. (1997). ‘Recommended maximum holding times for prevention of discomfort of static standing postures’).
Raccomandando i seguenti tempi di esposizione sulle tre classi di posture secondo il MHT :
- posture comode con MHT superiore a 10 minuti da non mantenere per più di 2 minuti
- posizioni moderatamente scomode hanno un MHT di 5-10 minuti e si consiglia di mantenerle per meno di 1 minuto
- posture scomode, con un MHT fino a 5 minuti, non sono accettabili.
Come si può intuire i fattori che entrano in gioco per definire il rischio disergonomico sono molteplici e comprendono anche quelle posizioni a ”basso rischio”.
Posture incongrue e la Iso 11226 cosa dice?
L analisi delle posture statiche e quindi incongrue prevede l analisi dei vari distretti anatomici in cui avviene o non avviene il movimento muscolo scheletrico in considerazione del tempo di esposizione.
Prima di tutto sono classificate tre tipi di posture.
Infatti intuitivamente ci fanno comprendere a quale rischio va in contro il lavoratore in relazione alla propria mansione aziendale .
- posture accettabili.
- posizioni inaccettabili.
- posture che meritano un approfondimento.
Ad ogni distretto anatomico sarà quindi associata una valutazione in base al movimento riscontrato in relazione al tempo trascorso.
Per esempio considerando lo stazionamento in piedi viene dato risalto a :
- alla simmetria della colonna vertebrale,
- all sua eventuale torsione ed inclinazione per più di due minuti.
Attraverso un semplice calcolo sarà possibile definire se la postura del lavoratore è accettabile o meno con riferimento ai parametri riferiti al movimento prodotto.
Rischio disergonomico e la sorveglianza sanitaria.
Appare evidente che una corretta ed attenta analisi e valutazione delle posture incongrue sia sufficiente a stabilire se il lavoratore debba essere necessariamente visitato periodicamente da parte del medico competente dell azienda.
Inoltre ricordiamo che per le categorie sopra menzionate, si può ritenere con approssimativa certezza che :
- la Sorveglianza Sanitaria ,
- la formazione sulla sicurezza sul lavoro D.lgs81/08,
siano elementi di sicurezza imprescindibili al quale ogni imprenditore debba necessariamente adempiere per non incappare in infortuni o in sanzioni da parte dell organo di vigilanza ATS.
Il medico del competente indicherà :
- il piano Sanitario aziendale
- le visite mediche necessarie nel tempo per il monitoraggio della salute del lavoratore.
Tutto ciò con riferimento ai distretti anatomici più sollecitati dal punto di vista biomeccanico.
Infine la nostra azienda di consulenza è in grado di assistere ogni cliente per la corretta valutazione delle posture incongrue.