Lavoro notturno: di cosa si tratta e principali caratteristiche.
Quando si parla del lavoro notturno o di lavoratore notturno, si pensa spesso e volentieri, che il riferimento sia solamente verso quel lavoro che viene portato a termine solo durante le ore notturne.
Ebbene, in realtà, si tratta di una definizione abbastanza limitativa, dal momento che, in base alla normativa italiana attualmente in vigore, è prevista una fascia oraria.
La fascia oraria serve proprio a delineare e a porre dei confini precisi in riferimento al lavoro notturno.
Insomma, è la legge stessa che va a chiarire chi possa essere definito come lavoratore notturno.
La disciplina che riguarda questa tipologia di lavoro presenta tutta una serie di particolarità che sono strettamente legate al suo maggiore grado di difficoltà ed onerosità.
Infatti, i lavoratori notturni hanno diritto ad uno stipendio più alto.
Essi possono andare in pensione prima delle solite tempistiche previste per tante altre categorie lavorative.
Svolgere attività lavorativa in regime di lavoro notturno rappresenta una criticità.
La mansione al lavoro non può essere assegnata dal medico aziendale a chi ha specifiche esigenze (familiari) oppure ha problematiche di salute.
Il Decreto legge che lo regolamenta è il D.Lgs. 66/03.
La definizione di lavoro notturno.
Il lavoro notturno è quello che viene portato a termine tra le ore 24 e le ore 5 del mattino, come quanto viene stabilito all’interno del contratto collettivo.
Il lavoratore notturno opera nella fascia oraria che abbiamo appena descritto quantomeno per tre ore al giorno oppure per almeno 80 giorni lavorativi nel corso di un anno.
Chiaramente, queste regole di base possono essere ampliate, ma non esiste la possibilità di restringere l’arco temporale correlato al lavoro notturno.
Lavoro notturno e prevenzione.
Prima di assegnare a determinati lavoratori le mansioni di lavoro notturno, il datore di lavoro ha l’obbligo di portare a termine tutta una serie di verifiche periodiche.
Tutto ciò serve a capire quale sia lo status psicofisico dei vari dipendenti.
Nella maggior parte dei casi, tutti questi controlli devono essere svolti con una frequenza pari a due anni e devono essere effettuati dal medico del lavoro che è competente per l’azienda.
Se tali obblighi dovessero essere violati da parte del datore di lavoro, ecco che quest’ultimo potrebbe subire delle sanzioni decisamente pesanti.
Le sanzioni vanno a incidere anche in ambito penale, con l’arresto da tre a sei mesi, oltre che dal punto di vista pecuniario, con l’ammenda da 1549 a 4131 euro.
Di conseguenza, il datore di lavoro può decidere di assegnare un dipendente ad un turno di lavoro notturno solo ed esclusivamente previa valutazione con esito positivo del medico del lavoro o della struttura sanitaria di competenza.
Non solo, visto che il datore di lavoro ha anche l’obbligo di avvisare in ogni caso le rappresentanze sindacali che si trovano in azienda e le Organizzazioni territoriali che sostengono i diritti dei lavoratori.
All interno del DVR aziendale il datore di lavoro l Rspp l rls hanno l obbligo di effettuare correttamente la valutazione dei rischi aziendali.
Chi non può svolgere il lavoro notturno.
Ci sono alcune categorie di dipendenti che non possono in alcun caso lavorare durante la fascia oraria predetta, semplicemente in virtù del fatto che potrebbero subire delle gravi conseguenze dal punto di vista della loro salute.
Tra le varie categorie su cui è stato apposto questo divieto troviamo:
- le donne in gravidanza,
- i minori di 18 anni,
- le lavoratrici madri che hanno dei figli di età più bassa di 3 anni,
- oppure il lavoratore padre alternativamente alla madre,
- il lavoratore oppure la lavoratrice che corrisponda al solo affidatario/a fino a quando il bambino non abbia compiuto i 12 anni.
- Infine, non possono lavorare di notte anche tutti quei lavoratori che hanno a carico un soggetto che risulta essere presente nella lista stabilita dalla Legge 104.
Quali sono i rischi?
I rischi che maggiormente devono essere presi in considerazioni per attività lavorative notturne sono tutti quei rischi che sono presenti potenzialmente anche di giorno.
Bisogna altrimenti considerare alcuni aspetti che direttamente li rendono più pericolosi.
Ad esempio durante il lavoro notturno si avverte:
- Sonnolenza
- abbassamento della concentrazione e propensione a inficiando la percezione del rischio specifico o dei rischi presenti in azienda
- Stress lavoro correlato
- alterazione del ciclo circadiano ( disturbi sonno, apparato gastro intestinale malattie cardiovascolari ,riduzione della fertilità ecc).
Una buona programmazione dei turni di lavoro molto spesso riesce rendere il rischio notturno ininfluente sulla salute dei lavoratori a sopperire alle esigente aziendali.
La turnazione del personale o la diminuzione delle ore di lavoro notturne sono gli strumenti migliori per abbattere il rischio ad un livello accettabile.
La retribuzione.
Per quanto riguarda i turni che vengono svolti di notte, i dipendenti mantengono sempre e comunque il diritto a ottenere una maggiorazione della retribuzione.
Sono i diversi contratti nazionali che regolano questo aspetto, così come i requisiti per il raggiungimento della pensione anticipatamente rispetto ad altri impieghi.
Il lavoro notturno deve quindi essere correttamente identificato in azienda per permettere al datore di lavoro di intraprendere le migliori azioni di prevenzione e protezione.
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