Registro carico e scarico rifiuti: di cosa si tratta e come funziona.
Quando si parla del registro carico e scarico rifiuti, si fa riferimento a quello specifico documento ambientale su cui vige l’obbligo di registrazione di ogni operazione di carico e scarico di rifiuti.
I registri devono essere conservati alla perfezione, rispettando tutti gli oneri e gli obblighi previsti dalla legge, da parte di qualsiasi impianto di produzione, nonché di stoccaggio, di recupero e di smaltimento di rifiuti.
Questo documento deve essere tenuto e aggiornato anche all’interno della sede di tutte quelle imprese che svolgono un’attività di raccolta e di trasporto, così come all’interno della sede di commercianti e intermediari.
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Chi ha l’obbligo di redigere il registro di carico e scarico rifiuti
Cerchiamo di capire quali siano i soggetti che sono tenuti ad adempiere a tale obbligo.
- Enti e imprese che producono, in fase iniziale, dei rifiuti speciali pericolosi, così come tutti quegli enti e quelle imprese produttrici iniziali di rifiuti speciali che non sono pericolosi.
- Tutti coloro che hanno in detenzione dei rifiuti, come ad esempio le aziende e gli enti che si occupano di raccogliere e trasportare rifiuti, oppure che svolgono delle operazioni legate a procedimenti di re-impiego e di trattamento, oppure di recupero e smaltimento. In tale categoria risultano essere ricompresi pure i nuovi produttori, così come, nel caso in cui ci fosse un trasporto intermodale, tutti quei soggetti che hanno in affidamento i rifiuti speciali, aspettando che questi ultimi vengono trasferiti all’impresa che si occupa del trasporto via mare o via terra.
- Le imprese e gli intermediari che commerciano rifiuti.
Tutti i vari registri di carico e scarico rifiuti devono essere non solo numerati, ma anche oggetto di vidimazione e devono essere controllati e organizzati seguendo delle specifiche procedure che vengono stabilite da parte della normativa che riguarda i registri IVA.
Tutti i vari obblighi che sono correlati con questa operazione vengono considerati soddisfatti in modo corretto anche quando dovessero essere tenuti su carta in formato a4, che deve però essere oggetto di regolare numerazione.
Le operazioni di numerazione e vidimazione devono essere svolte da parte delle Camere di commercio che ne hanno la competenza per via territoriale.
Il sistema ambientale ISO 14001 consente di verificare tutti gli adempimenti con riferimento ai rifiuti
Chi non è tenuto all’obbligo di registrazione del registro carico e scarico rifiuti.
Secondo l’art. 190 del decreto legislativo 152/2006 non vige l’obbligo di tenere questo registro in capo a:
- Gli enti e le imprese produttori iniziali che svolgono operazioni di raccolto e trasporto di propri rifiuti speciali non pericolosi.
I movimenti di carico e scarico rifiuti e dove acquistare il registro
Quando si fa riferimento al carico, si parla di un rifiuto che viene prodotto dall’azienda stessa oppure quando semplicemente l’azienda ne prende in carico la gestione.
Si fa riferimento allo scarico, invece, per parlare di un rifiuto che viene assegnato a una ditta trasportatrice e che, di conseguenza, fuoriesce dall’azienda che l’ha prodotto.
Tutti i movimenti di carico e di scarico devono essere inseriti all’interno del registro nel giro di 10 giorni lavorativi dalla data in cui il rifiuto è stato effettivamente collocato all’interno del deposito temporaneo.
Per quanto riguarda i movimenti di scarico, invece, l’annotazione deve avvenire entro i 10 giorni lavorativi dal momento in cui il trasportatore ha prelevato i rifiuti.
Prima di poter essere usato, il registro di carico e scarico rifiuti deve ricevere apposita vidimazione da parte della Camera di Commercio competente territorialmente.
Si tratta, in ogni caso, di una tipologia di registro che si può tranquillamente reperire in una cartoleria.
Come è fatto questo registro
Il registro di carico e scarico rifiuti si caratterizza per essere costituito da una prima pagina in cui devono essere immessi tutti i dati più importanti legati a chi produce i rifiuti.
Si tratta del nome della ditta, della ragione sociale, ma anche della sede legale in cui si trova l’azienda stessa. Servono il codice fiscale e pure l’ubicazione del luogo in cui è stata collocata l’unità locale.
Infine, si deve scegliere la tipologia di attività svolta dall’azienda tra le varie alternative presenti, va inserito il numero di registrazione e la data, mentre la parte sulle caratteristiche del rifiuto ha esclusivamente informativo e non deve essere compilata.
Le operazioni di carico
Il carico si verifica nel momento in cui un rifiuto viene prodotto all’interno dell’azienda.
L’ufficio che ha tale compito, quindi, deve immediatamente registrarlo all’interno dell’apposito documento ufficiale. Segnate l’operazione di riferimento e inserite la data dell’operazione a cui si riferisce.
Poi, è presente anche una colonna in cui si può riportare il CER, ovvero il codice di identificazione che fa capire quello che viene prodotto, con tanto di descrizione, come viene previsto dal catalogo europeo.
Sempre nello stesso modulo, ma più in basso, va inserito anche lo stato fisico del rifiuto.
Può essere un liquido, un solido pulverulento, un fangoso palabile, un solido non pulverulento.
L’operazione di scarico
In confronto al carico, l’operazione di scarico è decisamente meno semplice.
Le prime tre colonne, però, sono praticamente le stesse, per poi bisogna ricordarsi di collegare lo scarico ad uno specifico formulario.
I passaggi iniziali rimangono praticamente invariati, dal momento che vanno sempre inseriti data e numero dell’operazione di scarico.
Successivamente, bisogna andare a riprendere il formulario correlato con quello specifico smaltimento, in modo tale da segnare sul registro tale numerazione e la data prevista come riferimento da parte del formulario stesso.
Poi c’è uno spazio dove inserire il numero del registro a cui si riferisce l’operazione di carico del medesimo rifiuto. È facile intuire come, per una singola operazione di scarico, possono essere presenti anche svariate operazioni di carico.
La seconda colonna prevede l’inserimento di dati come il codice CER, la descrizione del rifiuto seguendo gli standard europei, lo stato fisico, il grado di pericolosità e il destino del rifiuto.
In poche parole, bisogna indicare se si tratti di un rifiuto che sarà oggetto di riciclo, oppure se è destinato ad essere smaltito. Infine, va inserito il quantitativo di rifiuto che deve essere messo nelle mani del trasportatore, presente anche nel formulario.
Infine, c’è la possibilità di aggiungere eventuali annotazioni che possono tornare utili per ciascuna operazione di scarico.
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