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Rischio elettrico: cos’è, come si valuta e la definizione in base alla legge italiana.

 

rischio elettrico

 

Stando a quanto viene riportato dal Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, ovvero il decreto legislativo 81 del 2008, il rischio elettrico è legato al contatto diretto oppure al contatto indiretto con una componente attiva, e che non ha protezione, relativa a un impianto elettrico.

Il rischio elettrico può essere causa di incendio oppure di esplosione che sono strettamente collegati ad una manutenzione scarsa o addirittura pessima oppure all’assenza di perizia nell’utilizzo di impianti e di strumenti vari.

Di conseguenza, è abbastanza facile intuire come si tratti di un rischio potenziale che si riferisce non solo a tutti quegli operatori che hanno a che fare con l’elettricità ma anche alle aziende.

Il riferimento principale è riferito a impiantisti, elettricisti, installatori e addetti alla manutenzione.

Un rischio che, però, va a interessare anche tutti quei lavoratori che operano nei pressi di fonti o impianti elettrici, anche se non hanno compiti operativi su questi ultimi.

Utile ricordare che gli interventi sugli impianti elettrici possono essere effettuati solo da personale qualificato.

Con la norma CEI 11 27 vengono definite non solo gli aspetti abilitativi del personale deputato alle lavorazioni elettriche ma anche supplementari requisiti di sicurezza da adottare nelle lavorazioni elettriche. 

Infine ,in generale, ogni impianto deve essere sottoposto a regolare manutenzione della messa a terra  DPR 462/01 e denuncia all inail tramite CIVA.

Il rischio elettrico nel D.Lgs. 81/08.

I lavori elettrici e correlati vengono disciplinati, in prima battuta, dalla Legge numero 46 del 1990, che fa riferimento alle norme per la sicurezza degli impianti.

Il D.M. 37/2008 ha abrogato e sostituito la conformità elettrica dell impianto con riferimento all ex 46/90.

La gestione del rischio elettrico è anche disciplinata dal il Testo Unico per la Sicurezza che ha permesso l’ottenimento di una disciplina più ampia e precisa.

Ha stabilito obblighi in capo al datore di lavoro, i requisiti da rispettare in ambito sicurezza, così come le dure sanzioni che colpiscono tutti quei soggetti che non rispettano quanto previsto dalla Normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Rischio elettrocuzione.

Il rischio elettrico e quindi l’elettricità, può comportare degli effetti particolarmente pericolosi sul corpo umano.

Ad esempio se si dovesse verificarsi un passaggio di corrente attraverso il corpo umano, ecco che si verifica quella che viene chiamata folgorazione oppure elettrocuzione.

Quest’ultima può verificarsi in maniera differente: tramite contatto diretto, contatto indiretto e arco elettrico.

Gli effetti dell’elettrocuzione sul corpo umano sono decisamente pericolosi.

Prima di tutto, consideriamo la tetanizzazione.

Essa comporta una contrazione involontaria dei muscoli dei muscoli che può causare anche ad una paralisi temporanea, ma si tratta di una situazione anche reversibile.

In base all intensità della corrente elettrica il ns corpo può subire una fibrillazione ventricolare.

In questo caso il passaggio di corrente elettrica all interno del nostro corpo può  provocare un blocco della respirazione.

Questo avviene dato che che l’elettricità va a compromettere il corretto funzionamento cellulare colpendo anche l’apparato cardiaco.

Il cuore, non funzionando più correttamente nella sua fondamentale attività di pompaggio del sangue verso tutti gli organi ,può dar luogo a morte celebrale.

La morte può avvenire nell arco di 5-10 minuti se non si interviene correttamente ad esempio tramite una corretta rianimazione cardio polmonare effettuata da addetti al pronto soccorso.

rianimazione rischio elettrico

Ecco perchè in aziende vige l obblio ad esempio di effettuare corsi del pronto soccorso.

Infine per effetto joule, il rischio elettrico può provocare bruciature e ustioni, visto che il calore che viene sviluppato da parte dell’elettricità interessa tutti i tessuti del corpo.

Ovviamente l effetto termico avverà nella zona che si trovava più vicina al contatto con la scarica elettrica

È chiaro che le conseguenze possono essere più o meno gravi in base all’intensità della ”scossa elettrica”.

La valutazione del rischio elettrico e gli obblighi del datore di lavoro.

Per quanto riguarda gli obblighi in capo al datore di lavoro, bisogna evidenziare come la disciplina sia contenuta nell’articolo 80 del Testo Unito per la Sicurezza sul Lavoro.

Quest’ultimo prevede , nel DVR, tutte quelle misure necessarie per fare in modo di garantire adeguata protezione ai lavoratori rispetto a qualsiasi contatto elettrico diretto o indiretto.

Come già detto il rischio elettrico è strettamente legato al rischio incendio.

Si possono generare se avviene un innesco elettrico in determinate condizioni esplosioni ,di incendi , ustioni, fulminazione, sovratensioni oppure altri fattori negativi come i guasti delle apparecchiature.

Per un datore di lavoro, quindi, è fondamentale mettere correttamente in atto tutte queste disposizioni di legge.

Effettuare la valutazione del rischio elettrico è essenziale.

La cura di considerare le fonti di rischio primarie, come ad esempio gli impianti, le condizioni e le tipicità che caratterizzano il luogo di lavoro è di vitale importanza.

Devono essere analizzati da questo punto di vista anche anche le principali peculiarità dei vari processi lavorativi  svolti .

Tutto ciò è un obbligo morale non solo di legge.

Le misure di prevenzione e protezione rischio elettrico.

Sono sostanzialmente due le tipologie di misure di prevenzione e protezione rispetto ai rischi elettrici, ovvero quelle passive e quelle attive.

Una buona messa a terra costituisce la primaria misura di protezione attiva  delle scariche elettriche.

Il differenziale dell’ impianto o salvavita è un dispositivo amperometrico ed è un altro esempio di protezione attiva.

Il differenziale è armato a molla pertanto è necessario interagire periodicamente (ogni mese) con tale  dispositivo per controllarne l efficienza.

Per quanto concerne invece le protezioni passive che possiamo evidenziare troviamo :

  • L isolamento delle parti elettriche
  • La segregazione o applicazione di mezzi fisici che prevede la copertura di parti elettricamente attive, in maniera tale che non sia accessibili, evitando qualsiasi contatto.

Tra le procedure di sicurezza ricordiamo :

  • la dotazione di apparecchi CE,
  • le garanzie del costruttore
  • l’uso di apparecchi omologati,
  • la protezione adeguata dei cavi di alimentazione dei diversi apparecchi elettrici
  • ecc

Queste sono le basi più indicate per prevenire incidenti sul lavoro.

L’Inail ha predisposto numerose informative e campagne di sensibilizzazione sul rischio elettrico in modo che il  datore di lavoro sia in grado di valutare correttamente il rischio.

Per ogni approfondimento siamo a vs disposizione.

Home » certificazione impianti elettrici » Rischio elettrico: cos’è, come si valuta in azienda la sua definizione

 

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