Certificazione biologica: Cosa è, cosa garantisce e l’importanza nella sicurezza alimentare
Negli ultimi anni, sempre più persone sono diventate consapevoli dell’importanza di un’alimentazione sana e sostenibile, e la certificazione biologica è diventata una delle garanzie più ricercate dai consumatori. Ma cosa significa esattamente “biologico”? Cosa comporta ottenere questa certificazione e quali sono le normative che regolano il settore in Italia? Questo articolo intende esplorare i vari aspetti della certificazione biologica, con particolare attenzione alle leggi italiane, alle modalità di ottenimento e al legame con il sistema HACCP, essenziale per la sicurezza alimentare.
Cosa significa certificazione biologica?
La certificazione biologica è un riconoscimento formale che attesta che un prodotto agricolo o alimentare è stato coltivato, prodotto e trasformato secondo norme che rispettano l’ambiente, il benessere animale e la biodiversità. In altre parole, un prodotto certificato come biologico deve seguire rigorosi standard che escludono l’uso di pesticidi chimici sintetici, fertilizzanti artificiali, organismi geneticamente modificati (OGM) e altre pratiche industriali che possono avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
In Italia, la certificazione biologica è regolamentata da specifiche normative europee e nazionali. Uno dei regolamenti chiave in materia è il Regolamento UE 2018/848, che è entrato in vigore nel 2022 e ha sostituito il precedente Regolamento CE 834/2007. Questo nuovo regolamento definisce in modo ancora più dettagliato i criteri per la produzione biologica, migliorando la trasparenza per i consumatori e rafforzando i controlli in tutta la filiera. Tra i suoi obiettivi principali vi è quello di garantire un approccio più armonizzato e rigoroso per l’intero mercato biologico europeo, incentivando una crescita sostenibile del settore.
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Il Regolamento UE 2018/848 include aggiornamenti specifici sui criteri di etichettatura, l’importazione di prodotti biologici da Paesi terzi e il controllo di tutti i processi produttivi, dal campo alla tavola. Questo regolamento sottolinea anche l’importanza di tutelare le piccole aziende agricole biologiche, semplificando le procedure di adesione al sistema di controllo.
Cosa garantisce ?
La certificazione biologica non è solo un’etichetta, ma una garanzia che coinvolge diversi aspetti della produzione. Prima di tutto, essa garantisce che i metodi di produzione utilizzati siano rispettosi dell’ambiente. Ciò implica l’utilizzo di tecniche agricole sostenibili, che promuovono la fertilità del suolo, riducono l’erosione e minimizzano l’impatto sulle risorse naturali.
In secondo luogo, la certificazione biologica assicura che siano rispettati elevati standard di benessere animale. Ad esempio, gli allevamenti biologici devono offrire agli animali condizioni di vita più naturali, con spazi aperti per il pascolo, un’alimentazione biologica e l’assenza di trattamenti farmacologici non necessari.
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Dal punto di vista della salute dei consumatori, la certificazione biologica garantisce che i prodotti siano privi di residui di pesticidi chimici e altre sostanze nocive. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui l’inquinamento e l’uso massiccio di sostanze chimiche in agricoltura sono oggetto di crescente preoccupazione.
Le leggi italiane in materia di certificazione biologica
In Italia, la certificazione biologica è regolamentata da un quadro normativo preciso, che si basa sulle direttive europee. Come già accennato, il Regolamento CE 834/2007 è stato uno dei principali strumenti di riferimento, ma è stato sostituito dal Regolamento UE 2018/848, che stabilisce criteri aggiornati per l’agricoltura biologica a livello comunitario.
Per ottenere la certificazione biologica, un’azienda agricola o un produttore alimentare deve sottoporsi a rigorosi controlli da parte di enti accreditati. In Italia, gli organismi di controllo che rilasciano la certificazione biologica sono riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF). Questi enti svolgono ispezioni periodiche per garantire che le aziende rispettino tutte le norme previste dal Regolamento UE 2018/848 e dalle leggi italiane.
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Tra le leggi italiane che disciplinano la certificazione biologica, c’è anche il Decreto Legislativo n. 220 del 1995, che regola la produzione e la commercializzazione dei prodotti biologici e ne stabilisce i requisiti minimi. Le aziende che desiderano ottenere la certificazione biologica devono iscriversi al Sistema di controllo nazionale per il biologico e rispettare tutte le indicazioni previste.
Come ottenere la certificazione biologica?
Il processo per ottenere la certificazione biologica può essere complesso e richiede un impegno significativo da parte del produttore. Il primo passo consiste nel rivolgersi a un organismo di controllo accreditato dal Ministero delle Politiche Agricole, che valuterà la conformità dell’azienda agli standard previsti dalle normative, inclusi quelli del Regolamento UE 2018/848.
Una volta selezionato l’ente di certificazione, l’azienda deve fornire tutte le informazioni necessarie riguardanti le pratiche agricole o produttive adottate, inclusi i dettagli sull’uso del suolo, l’alimentazione degli animali (se si tratta di un allevamento), la gestione dei rifiuti e le modalità di lavorazione dei prodotti. Questo è un passaggio cruciale, in quanto la certificazione biologica implica il monitoraggio costante di ogni fase della produzione.
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In molti casi, prima di ottenere la certificazione biologica, è necessario un periodo di conversione che può durare da due a tre anni. Durante questo periodo, il produttore deve adeguarsi agli standard richiesti, pur non potendo ancora etichettare i propri prodotti come biologici. Solo al termine di questo periodo di transizione, se tutte le condizioni sono state rispettate, si potrà ricevere la certificazione biologica.
Certificazione Biologica quale ente la rilascia
La certificazione biologica viene rilasciata da organismi di controllo e certificazione accreditati, che sono autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) in Italia. Questi organismi di certificazione devono essere riconosciuti e conformi agli standard stabiliti dalle normative europee, come il Regolamento UE 2018/848.
Alcuni degli organismi di certificazione più noti in Italia includono:
- ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale)
- Suolo e Salute
- Bioagricert
- CCPB (Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici)
- Valoritalia
Questi enti effettuano ispezioni periodiche per verificare che i produttori agricoli e alimentari rispettino tutti i requisiti necessari per ottenere e mantenere la certificazione biologica.
Il ruolo del consulente per la certificazione biologica
l ruolo del consulente per la certificazione biologica è fondamentale per supportare le aziende agricole e alimentari nel percorso verso l’ottenimento della certificazione biologica. Il processo può essere complesso, coinvolgendo diversi aspetti tecnici, legali e organizzativi, e un consulente esperto può aiutare a rendere questo cammino più agevole e sicuro.
Ecco i principali compiti del consulente.
Valutazione iniziale
Il consulente esamina la situazione dell’azienda per verificare il livello di conformità alle normative della certificazione biologica (come il Regolamento UE 2018/848). Questo include l’analisi delle pratiche agricole, dell’uso del suolo, dei metodi di produzione, delle strutture aziendali e della gestione dell’allevamento, se presente.
Pianificazione del percorso di conversione
Se l’azienda non è ancora conforme agli standard biologici, il consulente aiuta a elaborare un piano di conversione. Questo piano, che può durare da due a tre anni, prevede l’adozione di tecniche agricole o produttive che rispettino i criteri biologici, come l’uso di fertilizzanti naturali, la rotazione delle colture, l’eliminazione di pesticidi sintetici, e altre pratiche sostenibili.
Supporto nella documentazione e nei requisiti burocratici
La richiesta di certificazione biologica richiede una mole significativa di documentazione. Il consulente assiste l’azienda nella raccolta e compilazione di tutti i documenti necessari, tra cui la descrizione delle pratiche agricole, i registri di produzione, i piani aziendali e l’iscrizione al sistema di controllo biologico. Inoltre, il consulente può aiutare a mantenere aggiornati tutti i registri necessari per le ispezioni future.
Implementazione delle normative HACCP
La sicurezza alimentare è strettamente collegata alla certificazione biologica, e il consulente spesso lavora anche all’implementazione del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), obbligatorio per tutte le aziende che operano nel settore alimentare. Questo sistema consente di identificare e controllare i punti critici di rischio lungo la filiera produttiva, garantendo prodotti non solo biologici ma anche sicuri per i consumatori.
Formazione del personale sulla certificazione biologica
Un altro compito cruciale del consulente è fornire formazione al personale aziendale, affinché tutti gli operatori coinvolti nella produzione comprendano e applichino correttamente le pratiche richieste dalla certificazione biologica. Questo include la corretta gestione dei terreni, la cura degli animali, l’uso di fertilizzanti organici e la gestione dei rifiuti.
Assistenza durante le ispezioni
Gli organismi di controllo accreditati, come ICEA, CCPB o Suolo e Salute, effettuano ispezioni periodiche nelle aziende che richiedono la certificazione biologica. Il consulente assiste l’azienda nella preparazione per queste ispezioni, garantendo che tutte le procedure e i registri siano in ordine e che l’azienda rispetti i requisiti normativi.
Monitoraggio continuo e miglioramento del sistema di certificazione biologica
Una volta ottenuta la certificazione, il consulente continua a monitorare le attività aziendali per assicurare il rispetto degli standard biologici. In caso di aggiornamenti normativi o di modifiche nei processi produttivi, il consulente fornisce supporto per l’adeguamento alle nuove regole.
L’importanza della certificazione biologica per la sicurezza alimentare
Un aspetto fondamentale della certificazione biologica è il suo legame con la sicurezza alimentare. La sicurezza alimentare riguarda la garanzia che i cibi consumati siano sicuri per la salute e privi di contaminanti nocivi. In questo contesto, il sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) gioca un ruolo chiave, poiché è un approccio preventivo che mira a identificare e controllare i pericoli alimentari in tutte le fasi della produzione.
La certificazione biologica si integra perfettamente con il sistema HACCP, poiché entrambi mirano a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari. Le aziende biologiche, oltre a rispettare gli standard previsti dalla normativa biologica, devono implementare anche un piano HACCP che identifichi i punti critici di controllo nella filiera produttiva. In questo modo, si assicura che i prodotti siano non solo biologici, ma anche sicuri dal punto di vista sanitario.
Ad esempio, un produttore di alimenti biologici deve monitorare attentamente ogni fase della lavorazione, per garantire che non vi siano contaminazioni accidentali da sostanze chimiche o agenti patogeni. Questo è essenziale non solo per rispettare gli standard della certificazione biologica, ma anche per proteggere la salute dei consumatori e prevenire eventuali rischi per la sicurezza alimentare.
L’impatto della certificazione biologica sulla sostenibilità ambientale
Oltre alla sicurezza alimentare, la certificazione biologica ha un impatto significativo sulla sostenibilità ambientale. I metodi di produzione biologica sono progettati per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse naturali e la conservazione della biodiversità.
Ad esempio, l’agricoltura biologica utilizza pratiche come la rotazione delle colture, l’uso di fertilizzanti naturali e la protezione delle risorse idriche, riducendo al contempo le emissioni di gas serra. Inoltre, la certificazione biologica impone che non vengano utilizzati pesticidi chimici di sintesi, che possono contaminare il suolo e le acque e avere effetti negativi sulla fauna locale.
L’adozione di pratiche biologiche contribuisce anche alla conservazione della biodiversità, poiché incentiva l’uso di varietà di colture locali e promuove un approccio olistico alla gestione degli ecosistemi agricoli. Tutto questo rende la certificazione biologica un elemento chiave nella transizione verso un sistema alimentare più sostenibile e resiliente.
Uno strumento di marketing
Negli ultimi anni, la certificazione biologica è diventata anche un importante strumento di marketing per le aziende agricole e i produttori alimentari. I consumatori sono sempre più attenti alla provenienza dei prodotti che acquistano e sono disposti a pagare un prezzo più alto per prodotti biologici, percepiti come più sani e rispettosi dell’ambiente.
Questo ha portato a una crescita significativa del mercato biologico, sia in Italia che a livello globale. La certificazione biologica offre ai produttori un vantaggio competitivo, poiché consente loro di distinguersi in un mercato sempre più affollato e di attirare una clientela sensibile ai temi della sostenibilità e della salute.
Conclusione
La certificazione biologica rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei prodotti agricoli e alimentari. In Italia, essa è regolamentata da un rigoroso quadro normativo, che garantisce che i prodotti etichettati come biologici rispettino elevati standard di produzione. Ottenere la certificazione biologica richiede un impegno significativo da parte dei produttori, ma offre in cambio numerosi vantaggi, sia in termini di sicurezza alimentare che di valore aggiunto per il consumatore.
Nel contesto della sicurezza alimentare, la certificazione biologica si integra con il sistema HACCP per garantire che i prodotti siano sicuri e privi di contaminanti. Inoltre, l’adozione di pratiche biologiche contribuisce alla sostenibilità ambientale, promuovendo un uso responsabile delle risorse naturali e la conservazione della biodiversità.
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