Lavoro in solitaria: definizione, esempi e normativa di riferimento.
In ambito industriale e lavorativo, si sente spesso e volentieri parlare dei lavoratori isolati o del lavoro in solitaria.
Con tale termine si suole fare riferimento a tutte quelle persone che lavorano in modo autonomo, senza dover sottostare ad una sorveglianza diretta e senza contare sulla presenza di colleghi o superiori che possano garantire un adeguata opera di soccorso nel caso in cui dovesse capitare un infortunio sul lavoro.
È vietato lavorare da soli? Si tratta della domanda probabilmente più diffusa ma la risposta è negativa.
Chiaramente, ci sono delle eccezioni e dei casi in cui vige l’obbligo di non lavorare in solitudine.
Una condizione speciale ed eccezionale, quella del lavoratore piuttosto che della lavoratrice in solitudine, che porta a non avere alcun contatto, né vocale né visivo, diretto con gli altri dipendenti che lavorano nella medesima azienda.
Basti pensare a quei lavoratori che sono chiamati a fermarsi al lavoro, per qualsiasi ragione, oltre il normale orario di lavoro, oppure di sera o di notte, o magari anche durante i giorni festivi, ritrovandosi ad operare in modo autonomo entro l’ambito aziendale.
Entro tale definizione del lavoro in solitaria sono compresi anche i lavoratori che lavorano entro un contesto in cui ci siano o si possano verificare complicazioni per quanto riguarda l’ambito comunicativo.
Da comprendere in tale categoria anche quelle persone che operano in zone piuttosto remote.
Esempi lavoro in solitaria.
Proviamo, tramite qualche esempio, ad analizzare meglio la categoria di lavoratori a cui stiamo facendo riferimento.
Tra i lavori in solitaria troviamo chi lavora in profondità, ovvero all’interno di miniere e cave, chi lavora in altezza, come ad esempio gli operatori sulle gru, i lavoratori agricoli e gli autotrasportatori, senza dimenticare gli addetti che si occupano delle celle frigo, ma pure gli addetti alla verifica degli impianti che funzionano a ciclo continuo, i tecnici che garantiscono i servizi di pronto intervento, gli addetti al portierato, chi è addetto ai servizi di vigilanza e così via.
La normativa di riferimento.
Per quanto riguarda questa particolare tipologia di lavoro, dobbiamo sottolineare come ci si possa riferire sia ad attività svolte durante la giornata o nel corso delle ore notturne.
Ebbene, dal punto di vista legislativo, la normativa che è attualmente in vigore per la sicurezza sul lavoro non prescrive degli obblighi ben determinati, tranne nel caso di lavorazioni portate a termine in ambienti sospetti di inquinamento oppure confinanti.
Queste ultime sono due casistiche disciplinate rispettivamente dal Decreto Legislativo 81 del 2008 e dal DPR 177 del 2011.
Lavoro solitario, i requisiti da rispettare.
È fondamentale garantire che solamente le persone che sono ritenute e valutate idonee, sia dal punto di vista fisico, che sotto il profilo psichico , possano svolgere determinate mansioni in solitaria.
Proprio il fatto di scegliere dei soggetti che hanno ottenuto l’idoneità a svolgere tale mansione è un primo fattore che può abbassare le probabilità di infortuni.
Un buon stato psicofisico previene il rischio di assumere decisioni non corrette o comportamenti non in linea con quanto previsto dalle normative sulla sicurezza.
Il compito di tale valutazione psico attitudinale grava sulle spalle del dato di lavoro e viene svolta dal medico competente.
È importante mettere in evidenza, come il lavoratore chiamato a ricoprire tale mansione debba essere consultato preventivamente.
Infatti è un suo diritto avvallare l eventuale richiesta del DL
E importante essere informati su tutti quelli che sono i potenziali rischi di una simile attività di lavoro, le misure di protezione e prevenzione stabilite e come gestire eventuali situazioni di emergenza.
Secondo l’Ordinanza sulla protezione dei giovani lavoratori, tali mansioni non possono essere affidate ad una persona che ha meno di 18 anni.
Sono diversi i requisiti da rispettare per poter essere valutati come idonei a svolgere attività in solitaria.
Prima di tutto, l’idoneità psichica.
Chi già nella normale attività di lavoro di gruppo palesa incertezze o insicurezza, si dimostra incapace di lavorare in autonomia, soffre di disturbi psichosomatici oppure di concentrazione, deve essere scartato a priori e non può ricoprire un ruolo di lavoro in solitario.
Inoltre devon essere crrettamente vautatate le idoneità dal punto di vista fisico: chi ha problematiche legate a diabete, dipendenze da bevande e sostanze psicotrope, chi è in cura con un trattamento farmaceutico con risvolti sedativi oppure chi soffre di altri disturbi che possono compromettere il proprio equilibrio fisico, non può essere preso in considerazione per un simile lavoro.
Infatti, è importante considerare anche i fattori psicoattitudinali come fattore di scelta.
Lavoro in solitario rischi.
Sono vari i pericoli legati allo svolgimento di un lavoro in solitudine.
Ad esempio, il carico eccessivo da sopportare, soprattutto in termini di responsabilità.
Il fatto di non poter entrare in contatto con altri lavoratori è una situazione di stress lavoro correlato che può incrementare in maniera notevole il pericolo di infortuni sul luogo di lavoro, in modo particolare nel caso in cui si dovessero verificare imprevisti oppure eventi straordinari.
La mancanza di aiuto nel caso in cui dovesse insorgere una situazione di criticità è un grande rischio.
È chiaro che, il fatto di non poter contare su un aiuto tempestivo può rappresentare una condizione di svantaggio in termini di soccorso.
Di conseguenza, serve predisporre prima di tutto una procedura operativa per il lavoro in solitario e poi un’sistema di allarmi e altri ausili per garantire che venga inviata una richiesta di aiuto immediata qualora si dovesse verificare un episodio negativo.
Lavoro in solitario sorveglianza.
Per capire la tipologia di sorveglianza necessaria per soddisfare i vari requisiti di sicurezza sul lavoro previsti, bisogna sempre riferirsi ad una corretta valutazione dei rischi.
I lavori in solitaria sono considerati critici e devono essere svolti quantomeno in coppia, in maniera tale che ci sia sempre una persona ad occuparsi solo della sorveglianza del suo collega e viceversa
In base poi, alla valutazione dei rischi effettuata, si prefigurerà una sorveglianza continua anche tramite un dispositivo di sorveglianza attiva del posto di lavoro mediante sistema GPS, o eventualmente intervalli di sorveglianza tramite telefono.
Spesso i lavoro in solitaria avvengono in regime d’appalto pertanto è indispensabile redigere il duvri.
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