Microclima lavoro e temperature ambiente.
Capita piuttosto di frequente che il microclima, vale a dire le temperature ambiente presenti al lavoro e l’ umidità, non sia assolutamente idoneo e adatto rispetto alle previsioni in materia di sicurezza sul lavoro causando stress termico.
Il microclima lavorativo può influire sul benessere, sulla salute e sul confort dei dipendenti, nonché sulla loro produttività e performance.
In tal caso, ecco che le conseguenze negative sulla salute e sul benessere delle persone che lavorano in tali ambienti caldi o freddi ,potrebbero essere anche molto importanti.
Le temperature del ambiente di lavoro devono essere gestite, anche per le attività senza sforzi fisici, tenendo in considerazione eventi climatici straordinari e la diversa percezione al caldo ed al freddo che esiste tra uomo e donna cercando sempre un compromesso.
Temperatura ambienti di lavoro 81/2008.
Dando un’occhiata alla normativa in tema di temperatura luoghi di lavoro 81/2008, il Testo Unico riporta una serie di norme fondamentali a riguardo.
Infatti il Decreto Legislativo numero 81 del 2008 mette fin da subito in evidenza come ogni azienda che possa contare alle sue dipendenze quantomeno un lavoratore, deve provvedere a mettere in atto una serie di misure con cui preservare il più possibile il benessere, dal punto fisico e psicologico, dei lavoratori con riferimento alle temperature dell’ambiente.
Tutto ciò anche seguendo in tal senso, le previsioni del Codice Civile anche con riferimento allo stress termico.
Ad entrare nei dettagli sui requisiti ci pensa l’Allegato IV del D.lgs 81/08.
Esso si compone di 6 parti, in cu la prima è quella dedicata proprio agli ambienti di lavoro, in cui sono riportate delle disposizioni ben precise in relazione al microclima lavoro.
Temperatura ambiente di lavoro 626 microclima.
Nel corso dell’evolversi della situazione legislativa in questo ambito, uno degli step che sono stati fatti è rappresentato dal Decreto Legislativo numero 626 del 1994.
Si tratta di un ampio spettro di norme che fa riferimento al tema della sicurezza e della salute dei lavoratori nel corso dell’attività di lavoro.
Attualmente, la disciplina sul microclima in materia di sicurezza sul lavoro è regolata dal Testo Unico sicurezza sul lavoro 81/2008.
Il microclima ambienti di lavoro chiusi.
In tutti gli ambienti di lavoro al chiuso è fondamentale assicurare ai lavoratori, in base agli sforzi fisici che vengono fatti ed ai metodi di lavoro adottati, un quantitativo sufficiente di aria salubre, che si deve ottenere prima di tutto tramite aperture naturali.
Qualora questa soluzione non sia possibile, allora bisogna affidarsi a dei sistemi di aerazione diversi e artificiali.
Per un buon microclima l’areazione deve essere sempre curata alla perfezione per garantire una funzionalità perfetta nel corso del tempo.
Ciascun guasto deve essere rilevato immediatamente, in modo tale da proteggere adeguatamente la salute di chi lavora in tali aree.
Con la presenza di sistemi di condizionamento dell’aria, oppure di ventilazione meccanica, è importante verificare che i lavoratori non siano soggetti a delle correnti d’aria che potrebbero risultare molto fastidiose e anche pericolose.
In definitiva sono sostanzialmente quattro i fattori che vanno a qualificare il microclima:
- temperatura aria,
- l’irraggiamento termico,
- velocità dell’aria
- la percentuale di umidità relativa.
Nel caso in cui, in un determinato ambiente, ci sia un livello di umidità troppo alto, anche la tolleranza al calore dei lavoratori cala drasticamente.
Tutto ciò visto che il corpo umano non è più in grado di disperdere il calore che viene assorbito.
Per questo motivo è importante, nei luoghi di lavoro molto umidi, gestire al meglio il microclima.
Ad esempio è utile installare apposite cappe che riescano a convogliate tutta questa umidità verso l’esterno.
Oppure è possibile isolare, tramite delle pareti, le varie fonti che generano un alto tasso di umidità.
Le temperature ambiente possono essere controllate anche tramite sistemi di condizionamento
La temperatura ambiente nei locali di lavoro chiusi.
La temperatura ambiente deve essere proporzionata e adatta all’organismo umano nel corso delle ore di lavoro per ottenere un adeguato microclima ambientale.
Devono essere considerate sia le modalità di di lavoro, sia gli sforzi fisici a cui sono sottoposti i lavoratori.
Nel giudicare quale debba essere la temperatura dell’aria corretta, è bene considerare sia il livello di umidità che il movimento dell’aria in maniera concomitante.
Tutto ciò può avvenire anche in particolari casi e per esempio durante lavorazioni in spazi confinati.
Nei locali di riposo, piuttosto che nelle mense, in quelli dedicati al personale di sorveglianza, ma anche nei locali legati ai servizi igienici e a quelli di pronto soccorso, la temperatura deve chiaramente garantire la massima conformità rispetto all’uso specifico che viene fatto di tali locali (temperatura ambienti di lavoro).
Sempre in base all’ambiente di lavoro e alla natura dell’attività di lavoro, è fondamentale che lucernari, pareti vetrate e finestre garantiscano un valido riparo rispetto ad un’esposizione eccessiva ai raggi del sole.
La temperatura ambiente massima per lavorare in fabbrica.
Negli ambienti di lavoro in cui ci sono alte temperature, proprio per la natura intrinseca dell’attività di lavoro, come nelle miniere oppure nelle industrie siderurgiche, è fondamentale predisporre una serie di interventi tecnici.
Tutto ciò al fine di modificare il microclima che caratterizza l’ambiente di lavoro.
In tal senso, è fondamentale prevedere la presenza di sistemi di ventilazione, raffreddamento dell’aria e diminuzione dell’umidità.
Infatti in presenza di forni e altri impianti molto caldi, spesso viene consigliata l’installazione di cabine climatizzate isolate alla perfezione rispetto all’ambiente.
Le cappe di aspirazione tornano estremamente utili, oppure gli schermi protettivi rappresentano buone protezione rispetto al calore radiante, mentre nelle situazioni più complesse si può fare anche ricorso alle tute protettive.
Temperature ambienti di lavoro minime per lavorare in fabbrica.
Il microclima nella catena del freddo deve essere opportunamente valutato.
In caso di fabbriche o industrie in cui il microclima sia piuttosto freddo, come ad esempio l’industria dei surgelati o del ghiaccio, purtroppo è impossibile variare le caratteristiche microclimatiche naturali.
Per questo motivo, la normativa lavoro al freddo prevede una protezione rispetto alle basse temperature (temperatura ambienti di lavoro) che può essere attuata solamente indossando appositi indumenti protettivi, oppure sostenendo la previsione di turni di lavoro parziali.
E sempre bene nelle celle frigorifere di grosse dimensioni evitare di lavorare in solitaria.
La temperatura ambiente di lavoro ideale ufficio.
È il datore di lavoro che ha l’obbligo di occuparsi di regolare la temperatura nei locali per un buon microclima e quindi per una buona temperatura ambiente.
Infatti, è proprio quest’ultimo che deve garantire, secondo quanto previsto dall’articolo 65 e dall’allegato IV del Decreto Legislativo 81 del 2008, una temperatura che sia sempre adeguata rispetto ai locali di lavoro.
Ovviamente tenendo conto di quelle che sono i consumi energetici, di conseguenza lo sforzo, che è richiesto al lavoratore e al tipo di attività di lavoro che viene svolta all’interno di tale ambiente.
Per quanto concerne la temperatura nei locali di lavoro chiusi, come ad esempio in ufficio, la temperatura ambienti di lavoro ideale deve essere compresa tra 21 e 23 gradi centigradi. Quando, invece, il lavoro fisico è di media intensità, allora tale intervallo può scendere a 18-21 gradi.
Ad ogni modo, è importante mettere in evidenza come, durante la stagione estiva, la temperatura di qualsiasi locale non deve mai superare i 26 -28 gradi centigradi.
L umidità ideale in ufficio si colloca tra il 40% ed il 60%.
Valori inferiori o superiori di temperature ambiente generano stress al personale presente in ufficio.
Essa rappresenta quindi, la temperatura massima degli ambienti lavoro in estate.
Bisogna sottolineare che è chiaramente un valore generale, dal momento che sono anche altri i fattori che vanno a fissare gli intervalli di temperatura da rispettare.
Tutti i sistemi di ventilazione aziendale fissi , soprattutto negli uffici, sono soggetti ad idonea manutenzione semestrale.
Tutto ciò per evitare odori o aria contaminata da microrganismi tossici come la legionella.
I livelli di umidità in azienda?
Per quanto riguarda i livelli di umidità, invece, si devono mantenere entro un intervallo tra il 40 e il 60%, curando nel migliore dei modi anche l’aerazione del luogo di lavoro.
Il datore di lavoro deve seguire un vero e proprio schema d’azione con riferimento al microclima lavoro.
La prima cosa che deve fare è quella di controllare se, dal punto di vista tecnico, ci sia la possibilità di lavorare effettivamente.
In secondo egli decise se e quali soluzioni adottare.
Infatti il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire, a parte chiaramente ogni altra misura di sicurezza prevista dal d.lgs 81/2008, una temperatura che deve essere adatta ai locali ed alle lavorazioni.
Nel caso in cui anche tale obiettivo non sia raggiungibile, allora al datore di lavoro spetta l’obbligo di puntare su una serie di misure tecniche localizzate per migliorare il microclima ambienti di lavoro.
Oppure di rifornire i lavoratori di dispositivi di protezione individuale, in modo tale che chi opera all’interno dell’ambiente possa affrontare il lavoro ad una temperatura adeguata.
Ancora il datore di lavoro può prevedere misure di tipo organizzativo :
- Pause di acclimatamento a discrezione del lavoratore,
- orari di lavoro diversi in base alle condizioni climatiche,
- idonea dieta del lavoratore,
- Idoneo abbigliamento.
Come affrontare le ondate di caldo al lavoro.
Il microclima ambienti di lavoro è importante per evitare il colpo di calore quando fa caldo.
Lavorare in situazioni di disagio termico o stress termico soprattutto durante le più recenti ondate di calore dovute al cambiamento climatico, può essere pericoloso per la salute del lavoratore.
Tutto ciò deve essere preso in considerazione dal punto di vista della sicurezza sul lavoro..
Il corpo umano tende ad un bilancio termico nullo di 37 C e per contrastare il caldo, il ns corpo, mette in atto dei sistemi di termoregolazione spontanei come il sudore.
Interessante la seguente fotografie che evidenzia il microclima lavoro secondo fasce legate alla temperatura con lo schema a semaforo.
Stress termico lavoratore.
Pertanto in condizioni di caldo intenso il nostro corpo reagisce per difesa cercando di compensare questo sbilancio termico attraverso meccanismi di termoregolazione.
Il colpo di calore rappresenta l’evento negativo che compromette lo stato psicofisico delle persone manifestandosi attraverso sintomi specifici :
- rallentamento del battito cardiaco,
- astenia,
- sudorazione profusa,
- svenimento,
- crampi muscolari,
- stato confusionale,
- edema
Questi gravi sintomi si manifestano in condizioni di stress termico elevato con microclima sfavorevole.
Pertanto è opportuno saperli riconoscere.
La situazione di stress termico ( microclima ambienti di lavoro colpo di calore)può comportare infortuni sul lavoro.
Certamente è utile affrontare lo stress termico in modo razionale e con attenzione.
I lavoratori più esposti al caldo ed a temperature del ambiente elevate ed ai raggi UV risultano essere coloro i quali lavorano all’aperto per esempio:
- giardinieri,
- edili,
- trasportatori,
- agricoltori,
- manovratori,
- asfaltatori,
- installatori,
- industrie all’aperto.
Per questa ragione alcune semplici precauzioni contro il colpo di calore possono essere intraprese al fine di affrontare la giornata lavorativa in modo ottimale dal punto di vista microclimatico.
Prima di tutto i consigli più utili riguardano:
- vestiario leggero di colore chiaro, poco stretto, in cotone o lino e copricapo,
- utilizzo di ventilatori personali,
- creme solari di protezione,
- pause multiple e frequenti durante la giornata in locali condizionati,
- corretta idratazione (bere frequentemente acqua a temperatura ambiente)niente alcool e zuccheri,
- pasti leggeri ed a base di verdure per ripristinare la perdita di sali.
In secondo luogo è importante evitare di lavorare da soli ed in luoghi isolati, evitare sforzi fisici intensi.
Inoltre è opportuno lavorare nelle ore più fresche della giornata consultando preventivamente il bollettino meteorologico di zona.
Inoltre tenere in considerazione e vietare il lavoro se il lavoratore soffre di personali patologie che potrebbero degenerare in particolari condizioni climatiche sfavorevoli
Concludendo è opportuno effettuare una corretta valutazione rischio ed effettuare periodicamente le visite mediche lavoro in modo che l’attività lavorativa tenga in considerazione ogni evenienza.
Una corretta valutazione del disagio da stress termico pone l’azienda nelle migliori condizioni per poter pianificare ed organizzare al meglio il lavoro.
Tutto ciò deve essere previsto nel documento prevenzione rischi aziendale.
Un buon microclima lavoro è sicuramente fonte di produttività aziendale.
Medico del lavoro, Rspp, e rls congiuntamente al Datore di lavoro devono obbligatoriamente valutare le temperature del ambiente ed intervenire ,sulle temperature ambiente, laddove necessario e possibile.
Il ns staff è a Vs disposizione per ogni richiesta sul microclima lavoro.
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